di Redazione

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Vulci, Antica città etrusca, sorge nel territorio della Tuscia viterbese, tra i comuni di Canino e Montalto di Castro. La città si estende per circa 120 ettari e sorge sulle rive del Fiume Fiora. Vulci fu una delle più importanti città-stato dell’Etruria, ed ebbe un significativo ruolo nei commerci con la Grecia e le altre regioni orientali del Mediterraneo e fu distrutta dai Romani nel 280 a.C.  Dell’antica città rimangono oggi imponenti ruderi, la cinta muraria, le porte urbane, l’acquedotto romano, l’area del foro, il tempio grande, le terme, la Domus.


Particolarmente interessanti le Necropoli, tra le più celebri quelle di Cavalupo, Poledrara, Campo Maggio, Tomba François, Tomba dei Tori. Facendo una passeggiata tra  i ruderi è possibile visitare costruzioni di rilevanza storico archeologica come l’ imponete Cinta Muraria, realizzata in blocchi di tufo e con cinque porte di accesso, delle quali ancora oggi 3 sono in ottimo stato di conservazione, il Tempio Grande, risalente al IV secolo a.C., e restaurato in età imperiale, il  Foro, risalente probabilmente al II secolo, la  Domus del Criptoportico, area residenziale gentilizio, risalente al II secolo a.C. Appartenne ad una nobile famiglia, come dimostrano le decorazioni dell’edificio, splendidi mosaici a pavimento, il Mitreo, santuario dedicato al dio  Mithra, risalente al III secolo e infine la Necropoli, dove si trovano ad esempio la Tomba dei Soffitti, risalenti al VII secolo a.C., la Tomba François, probabilmente la più celebre, il Tumulo della Cuccumella e la Tomba delle Iscrizioni. Il parco naturalistico è di rara bellezza, sentieri e percorsi di trekking per scoprire la bellezza del territorio della Maremma Laziale.

 

Il Castello della Badia nasce  come abbazia benedettina dedicata San Mamiliano,  risale al XII secolo e sorge in prossimità del Ponte del Diavolo. Il castello ha origini molto antiche: nell’809 due nobili longobardi, Faulo e Autari fecero costruire la chiesa di S.Mamiliano donata all’ abbazia di Farfa. Il ricordo di questa antica costruzione vive nel nome attuale del castello medievale  che sembra posto a guardia dell’ardito ponte dell’abbadia, di epoca etrusca.
Secondo la leggenda che vuole la distruzione di Vulci ad opera dei saraceni nel 964 D.C. in quella stessa occasione anche l’abbazia fu rasa al suolo. Tuttavia numerosi documenti medievali continuano a citare l’abbazia tra le proprietà della chiesa. L’aspetto attuale del castello risale al XII secolo. Nel XIII secolo fu forse di proprietà dei templari: accanto ad esso si andò a formare un abitato che nel 1313 ospitava 96 famiglie.  Gli Aldobrandeschi prima e i Farnese poi inserirono il castello tra le loro proprietà. Tra i grandi personaggi proprietari del castello medievale ricordiamo Luciano Bonaparte, principe di Canino, e Alessandro Torlonia.
All’interno del museo sono ospitati i ricchi corredi delle tombe di vulci, secondo un percorso che dall’epoca più antica (III millennio A.C.) giunge ai reperti archeologici di epoca romana, passando attraverso eleganti vasi etruschi in bucchero e raffinati vasi greci figurati. Il castello ospita oggi il Museo Archeologico di Vulci e vi sono esposti reperti provenienti dagli scavi archeologici delle necropoli e dell’area urbana della città di Vulci. I reperti esposti nel museo coprono un periodo che va dal III millennio a.C. Fino all’epoca romana. Il museo si articola su due piani, particolarmente interessante la collezione di ceramiche che raccontano le attività produttive e gli scambi commerciali della città in epoca etrusca e romana.

Per ulteriori informazioni https://vulci.it/

Le riprese sono per concessione del Mibact, Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area Metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale.

Per chi volesse approfondire la conoscenza del popolo etrusco consigliamo questo libro Rasenna Storia e civiltà degli etruschi

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