di Redazione

 22 dicembre 2020 – Le diverse tipologie di relazioni amorose che molti italiani hanno vissuto durante il lockdown sono al centro del romanzo in racconti “Amori in quarantena” (Schena editore, 166 pagine, 14 euro) di Alice Avila, giornalista professionista, 42 anni, addetto stampa al ministero dell’Ambiente, catanese d’origine e  romana d’adozione.

Amori in quarantena” è la prima opera narrativa di Alice Avila, nella quale le protagoniste dei racconti narrano in prima persona le proprie relazioni amorose, si interrogano sulle vere priorità e cercano di adattarsi ai nuovi stili di vita imposti dal Covid-19. Senza smettere di sognare a occhi aperti.

L’ultima indagine CAWI-SWG, su un campione di 818 rispondenti, rappresentativo nazionale di maggiorenni, rilevato dal 9 al 12 giugno fa il ritratto di  un’Italia trasformata nelle relazioni affettive, con una coppia stabile su 10 che non ha superato la coabitazione forzata. Le narrazioni delle pubblicità del periodo di quarantena o i video sui social ci raccontavano un’Italia coesa nell’avversità e negli affetti. I risultati della ricerca CAWI-SWG, invece,  ci presentano un altro paese. Le coppie che hanno dichiarato di aver problemi, magari parzialmente o totalmente risolti, sono il 33% della popolazione, mentre il 43% ha visto traballare un rapporto stabile.

Nel  libro c’è il racconto di sei storie diverse, tratteggiando tipologie umane e sociali molto differenti fra loro: c’è la storia d’amore che inaspettatamente prende vita proprio nel momento della chiusura totale, il tema della suocera che arriva a sconvolgere equilibri familiari consolidati, la relazione proibita con un prete, la coppia che scoppia, le difficoltà vissute dai fidanzati separati ed infine l’amante che decide di mettere fine alla storia clandestina con un uomo sposato.

Il libro ci propone oltre a  un viaggio nei sentimenti anche un itinerario  nella realtà sociologica ma anche in diverse città italiane da  Torino a Roma, da Trieste fino in  Sicilia rendendo comune l’esperienza dell’isolamento dell’intero paese. Quello che abbiamo vissuto tutti nei due mesi di lockdown e che oggi si ripropone anche durante questo periodo di Natale.

L’incipit di questo libro – osserva il professor  Mario Morcellini durante la presentazione del libri avvenuta questa estate al Castello di Santa Severa – è potente ed espressivo. La scrittura è coltivata, mai banale, e priva di qualunque retorica, con passaggi quasi folgoranti. Il Covid è un complemento di scenario, ma anche un disabilitatore di relazioni. Non è inutilmente gridato e il modo in cui resta sullo sfondo rende questi racconti preziosi per misurare i tanti esercizi di relazione con la pandemia messi in campo da tutti noi”.

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