di Rosella Presciuttini

In queste festività natalizie così “strane” e solitarie  per gli adulti un modo per dare un po’ di serenità e calore ai  più piccoli potrebbe essere la lettura di una favola. Magari mamma e papà potrebbero farlo insieme interpretando i vari personaggi in una specie di messinscena casalinga. In fondo i bambini “… amano senza dubitare, abbracciano senza avvisare, ridono senza pensarci, scrivono cose colorate sulle pareti, credono ad almeno 10 sogni impossibili, non arrivano al cassetto più alto ma toccano il cielo con la punta delle dita…” e quello che resterà per sempre nei loro ricordi di adulti saranno i momenti vissuti nell’amore e nell’affetto dei genitori.

Allora ecco un libro che fa volare con la fantasia ma che è anche “educativo. Letto per voi le  Le favole del castello   di Laura Pastore   una pubblicazione adatta ai bambini dagli 8 agli 11 anni. Le storie sono ambientate tutte al Castello di Santa Severa, uno dei luoghi più suggestivi della costa tirrenica a Nord di Roma, un patrimonio di inestimabile valore sia storico che culturale, che l’ha ispirata nella scrittura delle sue favole. Tra papi, fantasmi e sirenette, si ritrovano cenni storici e culturali del magnifico borgo, raccontati dalla fantasia della scrittrice, giunta alla sua quarta opera, e arricchiti da esercizi didattici a cura di Bruna Remoli, da disegni colorabili di un giovane talento della scuola comics conosciuto come Zeiga, e da una prefazione della conduttrice Carolina Rey. Le abbiamo fatto qualche domanda.

Laura, come hai scelto di ambientare le tue favole al Castello di Santa Severa?

Sono molto legata alla fortezza e alle sue origini “etrusche”, mi affascina questo popolo così misterioso e pieno di cultura. Tra l’altro anche il mio precedente libro era legato agli etruschi ” A tavola alla Banditaccia” che ho presentato il 2 dicembre 2018 in un evento-spettacolo proprio al castello. Quell’esperienza è stata talmente coinvolgente che la mia fantasia ha iniziato a elaborare storie, che non potevano avere una forma diversa se non come favola.

Quindi il Castello ti ha ispirato in fondo?

Si, la sua storia è stata il punto dal quale partire, dalle sue origine appunto etrusche, era il porto di Pyrgi, uno degli approdi più importanti di tutto il modo allora conosciuto e sbocco al mare delle potente Caere, oggi Cerveteri, una delle città della dodecalopoli e mi immagino queste navi che solcavano il Mediterraneo e provenivano dalla Fenicia, dalla Grecia, dall’Africa. Immagino i due grandi templi rinvenuti negli scavi e le famose lamine d’ro, con le iscrizioni in etrusco e fenicio. Ma è la storia che permea tutto il luogo passando dai romani al Medioevo, con tanti Papi che hanno fatto visita a maniero fino a oggi. Come si fa a non essere ispirati da un luogo così?

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