di Redazione
La Certosa di Trisulti, situata ai piedi del Monte Rotonaria a Collepardo, vicino ad Alatri, in provincia di Frosinone,è immersa in un paesaggio fiabesco, fra rupi e querceti secolari. Il complesso monastico fondato nel XIII secolo e ristrutturato tra Seicento e Settecento, oggi appartiene all’Ordine dei Cistercensi di Casamari e merita senz’altro una visita.
L’attrazione principale della Certosa è costituita dall’antica farmacia ove sono custodite numerose ampolle e bottigliette d’epoca contenenti erbe medicamentose. La conoscenza di rimedi naturali per curare malattie è una tradizione che si tramanda dal Medioevo fra Cistercensi e tuttora viva: verosimilmente preziosi manoscritti di medicina e di erboristeria sono celati nell’antica biblioteca, che conta circa 36.000 volumi. Leggende di sensazionali guarigioni sono diffuse da sempre tra la popolazione locale contribuendo a alimentare il “mito” popolare di Trisulti come luogo magico e misterioso.
Un motivo allegorico e misterioso è quello del quadrato magico del “Sator”: si tratta del palindromo formato da cinque parole di cinque lettere, che lette partendo da qualsiasi verso danno sempre la stessa formula, ossia “Rotas Opera Tenet Arepo Sator”. Tutto il ciclo pittorico appare come una sorta di “libro alchemico-sapienziale” dedicato al “raffinare” la vita ed i suoi scopi, prodigo di messaggi “ermetici” riservati a pochi iniziati. Oltre alla farmacia è di assoluto interesse la visita alla chiesa, dedicata a San Bartolomeo con gli affreschi che ornano i lati della volta assieme a una realistica “Strage degli innocenti” e più avanti sono conservati i corpi di due cavalieri delle Crociate, mentre nell’aula riservata ai monaci si trova uno splendido coro ligneo impreziosito da singolari sculture che ritraggono personaggi buffi o deformi.
Siamo nel paradiso naturale degli erboristi e dei monaci certosini che fin dal Medioevo preparavano distillati e medicamenti preziosi, tra cui la Sambuca grazie alle oltre 2.500 specie di erbe che qui crescono spontanee. Nel Settecento i Certosini abbellirono, con decorazioni classiciste, la Chiesa, il Chiostro con le celle, il Refettorio, il Cimitero dei Monaci. Dal 1947 i Certosini furono sostituiti da un nuovo Ordine, quello dei Cistercensi dell’Abbazia di Casamari che hanno abitato qui fino al 2017. Dal Mercoledì delle Ceneri 2018 il complesso monastico è gestito privatamente dall’Istituto Dignitatis Humanae sebbene contestata su più fronti tra riscorsi e appelli tra la Dhi e il Mibact.
Per chi volesse approfondire la conoscenza del complesso consigliamo la lettura del libro Tra storia, arte e spiritualità. Verso la conoscenza della Certosa di Trisulti
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