di Redazione
30/7/2021
Venerdi 30 luglio alle 18, presso il Museo Archeologico di Vulci, è stata inaugurata al pubblico la Mostra “Gli ultimi Re di Vulci. L’aristocrazia etrusca vulcente alle soglie della conquista romana”.
Per capire l’importanza della civiltà etrusca bisogna “leggerla” dall’inizio alla fine, sono gli ultimi capitoli infatti che illuminano i primi. Un esempio per tutti è la grande epopea narrata nei dipinti della Tomba Francois (fine del IV sec. a.C.) che risale a due secoli prima della loro realizzazione. Lo studio delle famiglie che alle soglie del IV sec. a.C. governavano Vulci ci consente di mettere in evidenza e di proporli a pubblico alcuni documenti straordinari. L’idea è quella di ricostruire la loro storia attraverso la riproposizione museale dei loro monumentali sepolcri e di ciò che resta degli straordinari corredi. E così i Saties, i Tarnas, i Tutes, i Tetnies ecc. si racconteranno, restituendoci così uno spaccato culturale e sociale della Vulci in attesa dell’imminente arrivo di Roma. Sarcofagi iscritti con il nome del defunto ma anche specchi e vasellame in bronzo, monili in metallo prezioso, pregiate produzioni ceramiche, rinvenuti negli ultimi scavi, faranno da corollario a quelle storie che saranno comunicate agli attenti visitatori con linguaggi semplici e diretti. A fianco delle più famose tombe della necropoli di Ponte Rotto (François, Sarcofagi, Tori, Delfino e Iscrizioni), vengono presentati anche le ultime scoperte effettuate nella necropoli di Poggetto Mengarelli.
Per valorizzare bisogna prima far conoscere ed in questo senso la mostra “Gli ultimi Re di Vulci. L’aristocrazia etrusca vulcente alle soglie della conquista romana” punta ad evidenziare quello che è stato sicuramente uno dei periodi di massimo splendore della città ma anche di maggiore crisi vista l’assillante pressione di Roma.
La mostra, già allestita in precedenza a Montalto di Castro e Canino, è stata realizzata grazie al contributo della Regione Lazio ed è stata effettuata in collaborazione tra la Direzione Regionale Musei Lazio, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, il Comune di Canino, il Comune di Montalto di Castro, la Fondazione Vulci, il Parco Archeologico del Colosseo, il Museo Archeologico Nazionale di Firenze e la rivista Archeo.
La mostra resterà aperta sino al 31/12/2021.